Immagini di Qualità in Endoscopia Digestiva
Perché è importante in Endoscopia Digestiva poter acquisire, analizzare, archiviare una immagine di elevata qualità? Perché l’Endoscopia digestiva è una disciplina per immagini, e la qualità delle immagini è il cardine su cui si basa la possibilità di IDENTIFICARE, CARATTERIZZARE, CLASSIFICARE una lesione neoplastica nelle sue fasi iniziali, in particolare nel distretto Retto-colico.
Anche l’archiviazione delle immagini, soprattutto se significative, costituisce un patrimonio importante per l’endoscopista; essa consente di confrontare l’aspetto endoscopico con i risultati istologici e, in definitiva, di verificare la correttezza e l’abilità della previsione diagnostica.
I prerequisiti per conseguire immagini endoscopiche di eccellente qualità richiedono in primo luogo una ADEGUATA PREPARAZIONE INTESTINALE, in secondo luogo una TECNOLOGIA AVANZATA, in terzo luogo la capacità di INQUADRARE correttamente la lesione da documentare, infine la possibilità e la volontà, di dedicare il TEMPO NECESSARIO a questo passaggio.
E’ quasi superfluo ricordare che una scarsa pulizia non solo inficia la possibilità di analizzare in dettaglio una lesione, ma addirittura rischia di mascherarla del tutto agli occhi dell’endoscopista ...
… ed è importante ricordare che la disponibilità di una pompa di lavaggio è fondamentale rimuovere residui e per conseguire l’osservazione un immersione, come vedremo talvolta molto utile nello studio ravvicinato delle lesionI ...
…questo filmato documenta l’utilità della pompa di lavaggio nella valutazione di una lesione serrata del colon ascendente ricoperta da muco.
In sintesi, relativamente agli aspetti tecnologici, i parametri indispensabili per ottenere immagini di alta qualità, e di elevato significato diagnostico sono quelli che vedete elencati nella diapositiva: 1) l’uso di un CAP, 2) la disponibilità di risoluzione FULL HD, 3) la tecnologia Dual Focus, 4) la tecnologia NBI, 5) la funzione Pre-Freeze
Infatti maggior risoluzione vuol dire migliore possibilità di visualizzare e di analizzare le lesioni …
La tecnologia DUAL-FOCUS offre la possibilità di selezionare sia una visione panoramica (“Normal mode”), quella usata nella normale esplorazione della mucosa, ovvero una visione ravvicinata (“Near mode”), allorchè l’endoscopista desidera procedere alla CARATTERIZZAZIONE della lesione…
Con la funzione PRE-FREEZE il sistema EXERA III seleziona da un buffer, diciamo un serbatoio di immagini che si rinnova in continuo, l’immagine più nitida, che può essere in tal modo archiviata.
Altra funzione di alta tecnologia è la NBI, funzione che consente di incrementare il contrasto dei vasi mucosi e sottomucosi, come vedete nella diapositiva … Il sistema Olympus Exera III sopperisce alla parziale perdita di luminosità che si verificava nella serie 180, e consente una eccellente visualizzaione con profondità di campo equivalente a quella della visione a luce bianca.
… In pratica, i vasi più superficiali, ovvero i capillari intramucosi, appaiono di colorito marrone (frecce blu nella foto), mentre i vasi più profondi appaiono di colorito verdastro (freccia gialla nella foto)…
... questo filmato sintetizza l’uso pratico di queste tre funzioni: Dual Focus, NBI, Pre-Freeze, e sottolinea come esse siano estremamente utili nella caratterizzazione di una lesione a distanza ravvicinata, in questo caso un piccolo polipo adenomatoso …
La funzione NBI può essere modulata per esaltare in modo specifico i capillari…
Per comporre correttamente l’immagine è importante posizionare il puntale del colonscopio preferibilmente in posizione perpendicolare alla lesione, piuttosto che tangenziale, per evitare aree fuori fuoco…
Dopo l’identificazione della lesione (immagine a luce bianca), la visione “Near Mode”, combinata alla tecnologia NBI facilitano la caratterizzazione della lesione.
Naturalmente la visualizzazione nella modalità “Near mode” implicano una corretta distanza ed un orientamento coerente con la direzione dei fasci luminosi.
Questa sequenza testimonia la modalità di orientamento e della distanza in rapporto alla lesione.
In alcuni distretti il cap montato sul puntale del colonscopio è un accessorio indispensabile per mantenere fissa la distanza della lesione, soprattutto in distretti adiacenti a strutture sfinteriali.
Il altre circostanze l’ansa diatermica può essere utilizzata per stabilizzare l’area da valutare (nel filmato la verifica dei margini di resezione post-mucosectomia).
Naturalmente, la elevata qualità dell’immagine acquisita dall’endoscopio, ed elaborata dal processore, richiede che tutti i passaggi di trasmissione verso il monitor o la scheda grafica di acquisizione, vengano ottenuti senza perdita della definizione.
In definitiva, ottenere una elevata qualità di immagini in endoscopia digestiva significa garantire ai pazienti una procedura diagnostica altamente affidabile. Essa può essere conseguita solo con l’impiego di tecnologia avanzata, utilizzata da un endoscopista esperto, che possa dedicare il tempo adeguato alla complessità dell’indagine.
La chiave delle indagini endoscopiche di qualità è l’impiego del tempo adeguato a sfruttare le risorse offerte dagli endoscopi a tecnologia avanzata.