Come e Perché Documentare Fotograficamente Le Colonscopie Diagnostiche ed Operative
La colonscopia è costituisce il ‘gold standard’ nello screening del cancro del colon, tuttavia essa non è una procedura perfetta; numerosi lavori della letteratura hanno messo in rilievo l’importanza del ‘cancro intervallare’, un carcinoma del colon diagnosticato entro un intervallo di 3-5 anni da una colonscopia negativa. Questo rende ragione della necessità di documentare in maniera accurata la procedura endoscopica, non solo con descrizione delle varie fasi, ma anche per mezzo di immagini fotografiche o di videoriprese.
Un recente report di Douglas Rex, pubblicato su Gastrintestinal Endoscopy, descrive il caso di un paziente sottoposto a colonscopia totale con riscontro di due piccoli polipi del colon trasverso. Nel corso della colonscopia, sia le lesioni polipoidi, che il distretto cecale, che il retto in retrovisione, erano stati documentati fotograficamente.
Una seconda colonscopia, effettuata a 5 anni di distanza dalla prima, aveva documentato due piccoli polipi sessili del sigma; i restanti segmenti presentavano una mucosa normale.
Un ulteriore controllo a 5 anni dalla seconda colonscopia rivelava un colon normale, ad eccezione di una neformazione ulcerata a 2 cm. dalla linea pettinata; in un’area in cui, la documentazione fotografica aveva escluso la presenza di qualsiasi lesione localizzata. L’autore esclude, in ragione della accurata documentazione precedentemente effettuata, la possibilità di un cancro intervallare, e sottolinea l’importanza di una sistematica, accurata documentazione delle procedure endoscopiche.
In corso di colonscopia, l’endoscopista deve provvedere ad una descrizione puntuale della procedura, e ad effettuare foto dei vari segmenti esplorati, sia in presenza di colon normale che di colon affetto da patologie.
In particolare, un colon può essere definito normale dal report endoscopico se tutto il viscere è stato esplorato e risulta privo di anomalie. Diversamente, alterazioni del lume, del contenuto, del profilo della mucosa, la presenza di lesioni protrudenti o non-protrudenti, localizzate o diffuse, vanno documentate fotograficamente in aggiunta ad una descrizione accurata.
E’ evidente l’apporto delle immagini fotografiche alla descrizione descrittiva della procedura.
I punti standard del colon in cui l’endoscopista registra immagini fotografiche sono raccomandati dall’ESGE. In aggiunta ad essi il report endoscopico documenterà le lesioni riscontrate e la loro sede.
Nella diapositica viene riasunto lo schema di documentazione fotografica sullerito dall’ESGE
Un modello di report che prevede la stesura dei dati del paziente, della procedura endoscopica, e delle foto o dei video .
E’ importante che il report endoscopico consenta di collegare le foto alla sede presunta o probabile nell’ambito dell’organo esplorato.
In aggiunta alla descrizione del quadro endoscopico, ed in caso di riscontro di lesione lungo il colon, l’operatore esprime una indicazione al trattamento endoscopico piuttosto che chirurgico.
Nel primo caso, se la procedura operativa viene eseguita contestualmente, andranno documentati fotograficamente i tempi della esecuzione ed anche le eventuali complicanze. Se l’operatore opta per una dilazione della procedura endoscopica, provvederà a documentare dettagliatamente la lesione stessa.
Se invece l’endoscopista riterrà di pertinenza chirurgica la lesione, provvederà ad indicare la sede, ed a marcare la mucosa sana distale alla lesione stessa con iniezione sottomucosa con nero di china. Talora, anche in previsione di un approccio laparoscopico, può risultare utile il posizionamento di clips metalliche che. Localizzate mediante RX addome, possono indirizzare il chirurgo verso il quadrante in cui la lesione è localizzate. Lo svantaggio di questa opzione è che le clips possono distaccarsi dalla mucosa e scivolare nei tratti distali, causando resezioni inappropriate. Per sopperire a questo rischio, l’endoscopista dovrebbe sempre posizionare 2 o meglio tre clips adiacenti, possibilmente su una plica mucosa.
L’utilizzazione di documentazione fotografica, in corso di colonscopie sia diagnostiche che operative, testimonia l’accuratezza della procedura e riduce le responsabilità dell’operatore in caso di contenzioso medico-legale.